Fra le specie problematiche rientrano sicuramente le coppie "gemelle"
Calandrella (Calandrella brachydactyla)
e Calandrina (Calandrella rufescens), nonché Calandra
(Melanocorypha calandra) e Calandra
asiatica (Melanocorypha bimaculata), piuttosto simili per forma, dimensioni,
piumaggio, habitat, abitudini e vocalizzazioni.
Per i birders
e gli ornitologi italiani, per fortuna, le cose sono rese più semplici dal
fatto che sia
Scopo di questo breve articolo
è, quindi, fornire le giuste "dritte" per una corretta determinazione
di queste specie in natura; saranno pertanto illustrati e discussi solo quei
caratteri strutturali e di piumaggio utili per l’identificazione sul campo.
Calandrella
e Calandrina
Distribuzione e habitat
Frequenta invariabilmente
ambienti xerici di pianura o di modesta altitudine,
con vegetazione erbacea molto bassa e ampia presenza di terreno nudo, spesso in
prossimità dell’acqua (bordi di laghi, rive di fiumi e anche dune costiere), ma
può nidificare persino in aree più o meno intensamente
coltivate.
In Italia è ben
distribuita al centro ed al sud, isole comprese; più scarsa e localizzata al
nord.
Struttura
La struttura generale è
piuttosto simile in ambedue le specie; tuttavia vi sono delle sottili
differenze che possono essere di valido aiuto nella loro identificazione.
Ambedue le specie spesso
evidenziano una piccola "cresta" sul vertice, nettamente più evidente
nella Calandrella rispetto alla Calandrina.
La struttura del becco è un buon carattere distintivo se osservato bene:
nella Calandrina è chiaramente più tozzo e corto, con
punta smussata e margine superiore della mascella convesso. Nella Calandrella
il becco è di poco più lungo e spesso nettamente appuntito.
E’ da notare, tuttavia,
che la forma del becco ha un certo gradiente di variabilità in ambedue le
specie, anche se
Esiste, comunque, un carattere strutturale che
di solito fa la differenza: la proiezione delle primarie.
Nella Calandrella, come in molti altri alaudidi, le
terziarie sono molto lunghe e coprono quasi interamente le punte delle
primarie, ad ala chiusa.
E’ questo, quindi, uno dei primi caratteri da ricercare quando siamo nel
dubbio, anche se bisogna sempre considerare la possibilità di avere di fronte
una Calandrella con terziarie mutate ancora in crescita, o estremamente abrase
o persino rotte, che lasciano quindi scoperte le punte delle primarie.
In volo,
Piumaggio
Testa
Nella Calandrina
di solito la testa è nettamente meno marcata e contrastante: il sopracciglio è
quasi sempre poco evidente e pronunciato, meno biancastro ed il vertice è più
debolmente striato. Le copritrici auricolari,
inoltre, diversamente dalla Calandrella, sono di solito
piuttosto striate, carattere questo più o meno evidente a seconda delle
varie sottospecie; ad esempio, le popolazioni spagnole (C. r. apetzii) e quelle delle isole
Canarie (C. r. polatzeki)
presentano il massimo grado di striatura su vertice e faccia (sebbene non in
tutti gli individui). Infine, nella Calandrina,
quantomeno negli individui più marcati, sono spesso presenti una o più strie sub-malari scure, sempre assenti nella Calandrella.
Petto
E’ questo, di solito,
l’altro miglior carattere per identificare le due specie.
Nella Calandrella [Tav. 3], normalmente sono presenti
delle debolissime striature ai lati del collo che quasi
sempre diventano più grossolane al centro a formare due distinte macchie
scure di forma vagamente semilunare.
In pratica, si può affermare che questo sia il pattern
più diffuso per la specie. Spesso, però, possono essere presenti solo le
macchiette scure ai lati del collo e mancare del tutto le deboli striature o,
al contrario, mancare del tutto le due macchie scure ed essere presenti solo le
striature. A volte, raramente, le striature si estendono anche fino alla parte
centrale del petto, imitando così il pattern della Calandrina
(vedi sotto), anche se queste strie sono comunque
sempre molto deboli e concentrate perlopiù ai lati del petto e del collo.
Nella Calandrina
i lati del collo e l’intero petto sono di norma
diffusamente e marcatamente striati, molto più che in una qualsiasi
Calandrella. Esiste comunque un certo gradiente
nell’estensione di queste strie, con le popolazioni più occidentali (Spagna,
Isole Canarie e, anche se in minor misura, quelle dell’Asia minore) che
presentano le strie più marcate, mentre le popolazioni del Nord Africa e del
Medio Oriente presentano striature più sottili e chiare, meno evidenti.
Infine, a volte nella Calandrina le strie ai lati del
petto si prolungano debolmente anche ai fianchi, carattere questo sempre
assente nella Calandrella.
Ali
Oltre alla già illustrata
differenza strutturale per quanto riguarda la proiezione alare, vi è un altro
carattere che può in una certa misura essere utilizzato in natura come elemento
sussidiario per l’identificazione delle due specie: il pattern
delle copritrici mediane e delle piume dorsali e
scapolari.
Nella Calandrella le copritrici mediane hanno la
parte centrale scura più marcata ed evidente rispetto alla Calandrina
(simile, in questo senso, al famoso "necklace"
del Calandro (Anthus campestris)
vale a dire un evidente disegno a "collana di perle" formato appunto
dai centri scuri delle copritrici mediane che
risaltano sul colore chiaro di fondo del resto
dell’ala). Inoltre, le strie scure del dorso e delle scapolari sono mediamente
più evidenti nella Calandrella rispetto alla Calandrina;
in quest’ultima, spesso sono così poco evidenti da
apparire come semplici deboli striature al centro della piuma (tipico delle
popolazioni del Nord Africa e Medio Oriente).
Richiami e
canto
Piuttosto
differenti fra le due specie e, in modo particolare il canto, di valido aiuto
nell’identificazione.
Nella Calandrella, il
tipico richiamo è un corto, grattato e secco "drììp",
a volte un più cinguettante "tcììrp". Nella
Calandrina il richiamo è più prolungato e trillante,
una specie di "di-rrrr-t" o "p-rrr-t".
Il canto è molto diverso nelle due specie: quello più tipico della Calandrella
è composto da corte frasi ripetute, della durata di 1
- 3 secondi, piuttosto musicali con note più o meno grattate messe qua e là, e
con pause fra una frase e l’altra di 2 - 3 secondi. A volte, però, il canto può
essere più duraturo e continuo, sempre composto dalle stesse note del canto
breve, ma con incluse anche delle imitazioni di richiami di
altre specie. Questo secondo tipo di canto è più simile a quello della Calandrina o di altri alaudidi.
Il canto della Calandrina è tipicamente più continuo
e prolungato, con molte note grattate, ronzanti, e molte
imitazioni dei richiami di altre specie. E’ simile nel suo contesto
al canto della Calandra e dell’Allodola.
Entrambe le specie possono cantare sia da posate, sul terreno o su sassi,
cumuli di terra ecc…, che in volo.