Questo parrocchetto dalla taglia media (36 cm) è molto appariscente
nella livrea rosso e blu, è sicuramente tra le
specie più allevate sebbene d’indole aggressiva, come del resto tutto il
genere Platycercus, classificato in tre
sottospecie:
- Platycercus Elegans
- Platycercus Nigrescens,
leggermente più scura e più piccola di taglia
- Platycercus Melanoptera,
con colori blu più accentuati e di taglia leggermente superiore a quella
nominale
Le tre sottospecie convivono nell’Australia Sud-Orientale, precisamente dal Queensland al Sud-Est dell’Australia meridionale, e la
loro diffusione sia in natura che in cattività ha dato origine a diverse
mutazioni: blu, cynammon, pastello, argento,
arancio, ecc.
I maschi si distinguono con una certa
facilità per la testa più grande e soprattutto per l’attaccatura del becco
più larga, caratteristica a mio avviso molto pronunciata quando i giovani
sono nel nido per identificarne il sesso, e vantaggioso al momento dell’inanellamento. Questo avviene circa all’ottavo giorno
dalla nascita, utilizzando un anello di 6 mm di diametro.
Per quanto riguarda la riproduzione, è bene formare le coppie in età
giovanile, o comunque prima che il maschio raggiunga
il culmine dell’età riproduttiva, che avviene tra i 16 e i 22 mesi. La
femmina va introdotta nella voliera del maschio con molta cautela, tenendola
per alcuni giorni in una gabbia per farli avvicinare senza il rischio che
questa venga maltrattata o addirittura uccisa in
pochi minuti dal maschio. Se il maschio persiste in comportamenti eccessivi,
è opportuno fargli tagliare in senso longitudinale alcune penne dell’ala per
rendergli più difficoltosi i movimenti e quindi l’inseguimento, a volte
estenuante, della compagna.
Visto il carattere dei soggetti, lo spazio è una componente
fondamentale per un proficuo allevamento: le voliere devono avere 3-4 m di lunghezza per almeno 80 cm di larghezza. La
maglia della rete deve essere preferibilmente 2 x 2 cm, da evitare quella
plastificata che andrebbe sicuramente rosicchiata ed ingerita; infine 2 o 3
posatoi posti ai lati della voliera garantiscono libertà di volo e movimento
a questi dinamici parrocchetti.
Il nido và posizionato nel posto più tranquillo e
rialzato, deve avere base 20 x 30
cm e 50
cm di altezza con foro di entrata dio 8 cm di diametro. Le tavole
di legno devono avere 2 cm
di spessore ed una depressione sul fondo con trucioli (anche se la femmina
provvederà quasi sempre ad eliminarli), che
contribuiscono a tener raccolte le uova, covate esclusivamente dalla femmina
per 22 giorni. Una volta nati, sarà il maschio ad
imbeccare i piccoli, che lasceranno il nido solo dopo 5-6 settimane di vita.
Particolarmente sensibili alla Verminosi, i piccoli
vanno sistematicamente sverminati dopo l’involo per
non perdere facilmente l’intera nidiata.
Durante l’allevamento la dieta dei nidiacei prevede una miscela di semi per
parrocchetti a cui vanno somministrate razioni giornaliere di semi
germogliati e un buon pastoncino arricchito con
qualche tarma della farina e un 10% di pastoncino
per insettivori. Frutta, verdura ed erbe prative di vario genere garantiscono
l’apporto indispensabile di vitamine, e l’aggiunta di uno spicchio d’aglio
nell’acqua da bere aiuta la prevenzione di parassiti intestinali.
Raggiunta la completa indipendenza è bene separare i giovani dai loro
genitori che sarebbero istintivamente portati ad aggredirli con lo scopo di
allontanarli prima di deporre la covata successiva.
I soggetti giovani possono essere avvicinati ed addomesticati se tenuti
isolati dai loro simili, proprio grazie alla loro indole irrequieta, dinamica
ed estremamente curiosa. Va tenuto comunque presente che non sono certo da tenere sul
trespolo, ed una volta raggiunta la maturità sessuale dimostreranno
sicuramente l’aggressività intrinseca del loro carattere. Senza dubbio il
contatto con l’uomo li renderà migliori soggetti d’allevamento,
poiché dimostrandosi calmi e senza timore dell’uomo, trasmetteranno
questa sicurezza anche alla loro prole. Resta il fatto che
non sono adatti a voliere miste e sono territoriali nei confronti di altre Roselle e specie affini come i Gropponi, ed è dunque bene
sistemarli lontano da altri soggetti.
Una volta ambientati si dimostreranno rustici e resistenti, caratteristiche
che, sommate alla loro livrea, tra le più belle che la natura abbia creato,
li renderanno irresistibili a chiunque li voglia allevare.
alcune mutazioni
1 - platycercus caledonicus = rosella ventre
giallo
2 - platycercus elegance
= rosella di Pennant
3 - platycercus adelaide
= rosella di Adelaide
4 - platycercus flaveolus
= rosella gialla
5 - platycercus venstus =
rosella di Brown
6 - platycercus adscitus
= rosella pallida
7 - platycercus eximius =
rosella comune
8 - platycercus icterotis
= rosella di Stanley
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